mercoledì 14 settembre 2011

Milano... ancora Immigrati sulla torre...


Neanche un anno fa alcuni immigrati, sulla scia dei fatti di brescia, salirono sulla torre di via Imbonati a Milano. La protesta partiva dalla vicenda della sanatoria truffa ma si allargava anche ad altre questioni per rivendicare libertà e dignità.
Sabato scorso due immigrati sono saliti sulla torre di piazza Selinunte sempre per protestare contro la sanatoria truffa. Questo perchè dopo tanto tempo nulla è cambiato per chi è stato raggirato da padroni e strozzini senza scrupoli, con la speranza di essere regolarizzato. Come sempre è compito degli antirazzisti sostenere queste lotte e allargarle il più possibile.
Di seguito l’articolo che apparirà su Umanità Nova questa settimana.
Ancora una Torre…PIAZZA SELINUNTE, MILANO
Sabato sera, mentre nello stesso momento si svolgeva un presidio davanti alla prefettura di Milano, un gruppo di immigrati organizzati ha preso possesso della torre di piazza Selinunte, in zona San Siro a Milano.
La piazza è il crocevia di un quartiere tra i più popolari, abitato da un’altissima presenza di lavoratori immigrati.
Il Comitato Immigrati di Milano e il Comitato Immigrati Egiziani hanno ripreso in questo modo l’eredità della famosa occupazione di via Imbonati.
A due anni dalla sanatoria del 2009 nulla è cambiato. Con quella legge furono imbrogliati migliaia di lavoratori che tentarono di regolarizzare la loro posizione, mentre stato e intermediari truffaldini intascavano migliaia di euro tra contributi INPS e costi gonfiati per le pratiche.
Di questi permessi non c’è più traccia.
I “tavoli e tavolini”di partitini e associazioni che si arrogavano il diritto della unica rappresentanza sono falliti miseramente.
Le connivenze tra stato e consorterie politiche, passando per le cooperative di lavoro quasi tutte di stampo mafioso, sono oggi evidenti a tutti. Eppure siamo ancora costretti a dover gridare forte che le leggi sulla clandestinità e il sistema criminale che permette la detenzione degli immigrati senza permesso di soggiorno dentro i CIE servono solo a garantire che continui ad esistere una manodopera senza alcun diritto, una nuova forma di schiavitù.
Le rivolte nei Cie sono all’ordine del giorno, scioperi importanti nelle cooperative della logistica sono ormai quotidiane.
Le rivolte popolari dei paesi del Mediterraneo e gli scioperi sempre più generalizzati e selvaggi dei paesi europei sotto la morsa della crisi economica stanno a dimostrare che il sistema di sfruttamento dell’uomo sull’uomo è in crisi e le risposte da dare non possono più essere le solite.
La delega politica ai partiti ha fatto il suo tempo: era già una pratica perdente e obsoleta ai tempi della Prima Internazionale, figuriamoci oggi.
Crediamo che solo con la pratica dell’autogestione e dell’autorganizzazione e con il rifiuto della rappresentanza si possa contribuire alla costruzione di un mondo migliore.
Certo,piccola cosa è l’occupazione di una torre, ma quella piazza, PIAZZA SELINUNTE, può diventare un laboratorio di idee. Proviamoci.
Anto D’Errico
Coordinamento Antirazzista FAI

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